Gianni di Feltro e Alice di Paglia [Johnnie Fedora and Alice Blue Bonnett]

Gianni Di Feltro e Alice Di Paglia

il destino fece incontrare un dì

l’idillio sbocciò

come al solito andò

si giurarono eterno amor.

Lui con languor le cantava

“Tiurulì, tiurulé, tiurulà

le due cappelliere uniremo

ed un nido d’amore sarà”.

Ma Gianni Di Feltro

l’amata dal fianco

rapire si vide un dì perché

fu scelta fra tanti

e comprata in contanti

per lire duemila e tre.

“Gianni, oh Gianni

la tua dolce Alice

giammai scordarti potrà

su, non disperare

continua a sperare

l’amore un dì

trionferà”.

Gianni Di Feltro

restò solo e affranto

in vetrina nel

grande magazzin

venduto fu un dì

e l’attesa finì

il suo cuore a sperar tornò.

Lui gorgheggiando chiamava

“Tiurulì, tiurulé, tiurulà”

da tutte le parti guardava

“Oh scusi,

credevo conoscerla già”.

Cercò dappertutto

di sopra e di sotto

e pensava “Non

la vedrò mai più”

ma alfin giunse un dì

il motivo sentì

che Alice cantava laggiù.

“Gianni, oh Gianni

la tua dolce Alice

giammai scordarti potrà

su, non disperare

continua a sperare

l’amore un dì

trionferà”.

Gianni tornava

a guardare ogni tanto

la vetrina del

grande magazzin

a terra finì

ogni affronto subì

ed a piovere cominciò.

A tutti i venti cantava

“Tiurulì, tiurulé, tiurulà

la la la”

nel cuor si diceva “È finita!”

di trovarla speranza non c’è.

Un dì un carrettiere

raccolse il buon Gianni

un cappello

ne fece pel suo ronzin

al suo fianco felice

ritrovò la sua Alice

che da allor non

lasciò mai più.

Oh, voi che d’amore

soffrite le pene

la storia v’insegna a sperar

che cosa strana è il destino

che un giorno vicino

l’amato

trovare ti fa

sì, l’amor

trovare ti fa.